Chiudi dunque la notte dei tuoi occhi, lasciami
questo respiro di seni immensi, questo giorno,
Tu non vedi, tu leggi soltanto, ma non è con parole
che vedrai, stacca le lettere e i numeri dai tuoi occhi,
gli occhiali delle grammatiche e delle educazioni
(miopia del corpo, presbiopia dell’anima, ecco!)
Ma se tu non vedi, questo tuo non vedere mi acceca,
per questo devi chiudere la notte dei tuoi occhi,
per lasciarmi vedere come si sollevano e respirano
i seni di quei corpi nello spazio dell’anima,
e nell’andare e venire di disperazioni e verità
e la luce terribile e consolatrice della tragedia
nuda e senza pietà (senza l’odiosa pietà, senza!)
Chiudi dunque la notte dei tuoi occhi, dormi
il tuo sogno, ché devi dormire, tanto dormire
da far impallidire la notte di sogni,
poi svegliarti con occhi lavati, vedere….
Autore: Gianni Toti
Data: 26/08/1958
Numero serie: 1958_951
Evento scatenante: perdita della vista
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; angoscia
Temi: crisi; depressione