I misteri si rifugiano negli angoli
del mondo – diciamo meglio: del’universo – fuggono
sconfitti, immensi, dalle più minuscole
torce volanti.
Non si sa se l’anima
fugga con loro, laggiù, nell’angolo del silenzio
o se vorrebbe – qualcuna sta qui
sul letto dell’analisi, malata
di conoscenza, di fredda ragione,
e aspetta di esser conosciuta tutta
d’esser lasciata, nuda e bianca, al sole
come un panno lavato, per fuggire
forse con quella inerme nudità
e il suo mistero inesplorato, intatto
(E laggiù si concentrano i misteri,
un orizzonte di misteri – quando
ci arriveremo, non sapremo nulla?)
Ma nessuno sa nulla: recitiamo:
“Gli uomini vanno e vengono, come le donne,
e parlano di morte e d’infinito
con una idea di uomo chiusa dentro
qualche milione di cellule altere….
(e forse sono soltanto “qualcosa
di umano”, qualcosa di un sogno
da sognare, una di queste notti,
– domani, o fra miliardi di epoche)
Autore: Gianni Toti
Data: 10/03/1960
Numero serie: 1960_1147
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; desolazione; incertezza; angoscia; sogno
Temi: universo; mistero; morte; condizione umana