E mi chiedono anche perché
mi preoccupo di questa cosa:
della vita – morte, per esempio,
del tempo-spazio, dell’anti-vita,
della mia identità, del finito
e del non finito e magari
della poesia (che cos’è?)
Non chiederti perché: non lo saprai
– dicono – e io testardo a ripensarci
giorno e notte, con ignoranza e dolore
aspettando
che arrivi chi mi spieghi, chi mi dica
cos’è la vita che cos’è la morte
chi capisca cos’è questo mondo
(L’avete visto? L’avete incontrato?)
Smettila, insistono, tu ti perseguiti,
tu corri sempre che ti corri appresso,
se non risposte non ci son domande,
non chiederti perché sei sempre li
ogni mattina davanti allo specchio
tu sempre tu sempre diverso ma
correndo in cerchio, attorno al vecchio centro
orbita sempre in orbita,
scrivendo ellissi sulle pagine del cielo
all’estremità di un compasso impazzito
Autore: Gianni Toti
Data: 13/04/1960
Numero serie: 1960_1189
Evento scatenante: amore
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; smarrimento
Temi: poesia; scrittura; vita; morte; tempo; identità