Uscire un giorno e sulla porta udire

Uscire un giorno e sulla porta udire
la città che saluta; non l’unico
che va all’ufficio, non il tuo portiere
che consegna la pasta o il fattorino
sull’autobus, l’ometto del posteggio,
la sconosciuta sorridente, o tu, –
no, la città, la mia moltiplicazione,
lo specchio profondissimo che riflette
all’infinito altri specchi di specchi,
la città che saluta con allegria di pietre
che sotto i piedi si alzano e ti portano,
o con sorrisi di finestre – finestre come labbra
che aprono spalancano annullano i segreti
dell’uomo
oh un giorno mi saluterà
la città con inchini di ciminiere
canzonette di sassi buonumore del cemento
borbottii amichevoli di calce viva
lunghe storie di ruote e suonerie
Fino ad allora come uno sconosciuto
davanti a lei uscirò che la saluto
sempre sperando…:città, oh, salve!

Autore: Gianni Toti

Data: 15/04/1960

Numero serie: 1960_1191

Evento scatenante:

Emozioni trasferite nella scrittura: gioia; fascinazione

Temi: città; progresso