La sera mi procuro solitudine,
accumulata nei cassetti, e dentro
i suoi occhi stancati e comprensivi
La stanza vuota, voi sapete cos’è,
la grande bolla d’aria iridescente
soffiata agli angoli da labbra segrete….
E invece niente, intere moltitudini
sfilano da qui a li, passano i muri,
si fermano, si appoggiano, poi restano
Soltitudine? Insistono sull’anima,
dolcemente, come fossero tanti io:
Ci siamo anche noi, non hai ancora capito?
Niente da fare: un uomo sotto un tetto
terramaremotato, un criminale
come potrei esser stato anche io,
un altro assassinato da un altro
me qualunque, una vecchia un poco pazza
che uccide un bimbo pazzo di tv….
un collega, un supremo, un superiore
e tu e lei e lui e voi e loro…..
io vi lascio la stanza, io me ne vado…
Autore: Gianni Toti
Data: 13/07/1960
Numero serie: 1960_1278
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; incertezza; malinconia
Temi: identità; contemplazione
