Qualcuno ha sparpagliato
semi di dolore
in questa terra cieca
lo vedo
il gesto indolente
che divide lo spazio
in traiettorie di pena,
non vedo
il volto, però, dell’agricoltore maledetto,
ma sto qui, in agguato
con la falce
per recidere l’erba triste appena
spunterà la sua piccola testa verde
in questo angolo libero del mio giardino
dove coltivo rose d’allegria
e spero, un giorno
di vederlo,
il seminatore di tristezza,
in faccia,
anche se a volte dita oscure mi serrano
la gola con pressioni di ansia:
come sarà quel volto? Sarà un volto?
E se fosse uno specchio?