Mi persi fra le anse del suo viso
e tiepide correnti portarono
dove le foglie e le alghe si consumano
ricordando profondità ed altezze
Mi coricai dentro una dolce morte:
com’era avida l’aria d’ali lente!
La tenera balbuzie delle cose
musicava i paesaggi confluenti
e dubbiosi d’esistere e io offrivo
a tutti una memoria antica, guasta
come un sepolcro fresco d’acque morte
Si, diventare pietra era impossibile,
ma umanizzarla affettuosamente
si, ma cadendo a picco nella forza
delle sue braccia, da più alte tempie
Pianura aperta di distanti gambe,
e spalancata mano verde allegra=
mente proliferante e io stringevo
alla cintura questa stanca terra
tentando la pedana degli spazi
Poi riemersi, tra inquiete insenature
in un cielo d’immenso coraggio…
– Prova
Autore: Gianni Toti
Data: 13/10/1960
Numero serie: 1960_1370_1 , 1960_1370_2
Evento scatenante:
Temi: morte; natura; contemplazione
Emozioni trasferite nella scrittura: maliconia; serenità

