8 gennaio 2024: per Gianni Toti il ricordo in versi di Marc Mercier

L’8 gennaio 2007 ci lasciava Gianni Toti. Nel centenario della sua nascita, l’Associazione Gottifredo insieme a Pia Abelli Toti e a tanti amici e amiche, studiosi e studiose nel mondo, ha scelto di dedicare l’intero 2024 alla conoscenza, alla divulgazione e alla valorizzazione dell’opera di Gianni Toti. Nel corso dei mesi si succederanno incontri, iniziative, mostre, rassegne, progetti editoriali, festival disseminati in Italia e all’estero, uniti con un filo rosso alla e dalla Biblioteca Totiana che da Alatri si impegna quotidianamente ad attivare l’archivio di Gianni Toti. Il calendario è in costruzione: molto è stato pianificato, molto altro sarà fatto strada facendo. Per costruire assieme un omaggio al Multiverso Toti (1924-2024).

Pubblichiamo a inizio d’anno il ricordo-omaggio di Marc Mercier, poeta, attivista, fondatore e direttore artistico dal 1988 del festival Les Instants Vidéo, autore di documentari e opere sulla creazione video, amico fraterno di Gianni Toti. Ringraziamo l’autore per averci concesso la pubblicazione e Sandra Lischi per la traduzione.

CENTENARIO DEL POETA ELETTRONICO GIANNI TOTI (1924-2007)

L’8 gennaio 2007 a Roma ci ha salutato con un inchino l’inaudito poeta elettronico Gianni Toti.
Basta che delle margherite danzino, rose, pensieri da quattro soldi.
Basta che esseri smarriti si mutino in aquiloni al levarsi del sole.
Che qualche colore rivoluzioni le leggi di gravità.
Che donne e uomini fuggano dai propri attaccamenti fasulli.
Che la forza si sposi alla grazia.
Allora apriremo la strada in cui si uniscono e si mettono alla prova l’opacità e l’intensità della vita.
Niente di meno di questo prodigioso augurio per adorare colui che sempre mancherà: Gianni Toti,

Poevoluzionario! Implacabile del sogno cosmunista!


Gianni Toti, resistente, poeta, cineastra, videastra, attore, direttore di riviste, giornalista, ha passato la vita a metAMORfosare le immagini e i suoni per trasmetterci l’energia necessaria perché il nostro pianeta divenga un giorno (finalmente!) abitabile poeticamente.
La sua scomparsa ha reso orfani
tutte quelle, tutti quelli, che hanno adorato-bruciato,
tutte quelle, tutti quelli, che hanno la passione di vivere e di battersi per un mondo migliore.
Se n’è andato a raggiungere gli astri, il caosmo. Come stella filante filato via. Non ci resta che aguzzare lo sguardo per non perdere niente di vista.

Carnefici dei Palestinesi, annegatori di migranti, doganieri del pensiero critico, mercanti di felicità fittizie, marionettisti di deliri identitari, TREMATE!


Aux (l)armes Planetoyens! – all’armi, alle lacrime, Pianetadini!

Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro dell’espressione della libertà totale!
Sono i poeti. Se uno cade, un altro esce dall’ombra a rimpiazzarlo.
E quel che più irrita i freddi calcolatori dei nostri destini mercantili è il fatto che sa ridere, un poeta.

Il giorno in cui ti ho incontrato,
ti ho recitato “Esorcismo col riso” di Velimir Chlébnikov*:

Oh, mettevi a ridere, ridoni!
Oh, sorridete, ridoni!
Che ridono di risa, che ridacchiano ridevoli,
oh, sorridete ridellescamente!
Oh, delle irriditrici surrisorie – il riso di riduli ridoni!
Oh, rideggia ridicolo, riso di ridanciani surridevoli!
Risibile, risibile,
ridifica, deridi, ridúncoli, ridúncoli,
ridàccoli, ridàccoli.
Oh, mettevi a ridere, ridoni!
Oh, sorridete, ridoni!

Non credevi alle tue orecchie.
Questa risata rivoluzionaria fu il cemento della nostra AMORICIZIA.
Bevo, sono ubriaco vivo, brindo coi miei versi ai tuoi 100 anni.

Marc Mercier (gennaio 2024)

*(1908). Qui nella traduzione italiana di Angelo Maria Ripellino, in id. (a cura di) Velimir Chlébnikov, Poesie, Einaudi Torino 1968 e 1989.