Il fratello

È sera, tristezza è con me
tristezza, cara compagna
dolcissima.
Son solo
e desto, non voglio dormire,
son solo, tu tristezza
Sei solo l’ombra del pianto
più assurdo, dell’amarezza
non mutabile in canto
perché non posso, son solo
ed ho solo parole,
mute parole e sogni.

E un letto vuoto m’ attende,
un bianco abisso più nero
della tenebra delle valli,
bianca bara.

Di bianchi
fantasmi potrei e dei sogni
più candidi l’indugio
del sonno modulare
sia ondulio – stanchezza
di forme vaghe, incanti,
moribonda dolcezza
e ancora credere a quella
che io so vana, una magra
serena nelle speranze
disperate, impassibile
schermo del sogno, vaga
possibilità impossibile
ma non voglio, non solo,
troppo solo, voglio dare
dignità alla solitudine
e un calmo volto allo spasimo
della rinuncia, uomo solo,
solo da sempre, forse
per sempre, senza te stesso

Non voglio cercare il fratello
cui dico parole, queste
Silenziose parole,
il fratello, la voce
che ascolta e tace, più vera
del pungolo assurdo dei giorni
dell’ansia più mia, il desiderio
che i sogni non siano più sogni
ma altra cosa, una favola
da me vissuta, da te,
ieri forse, oggi ancora, domani.

Accorto agli occhi un magico
cerchio, vetro divino,
batte altri cuore un ritocco
che riconosco, il mio cuore.

Autore: Gianni Toti

Data: 22 giugno 1944

Numero serie: 1944_0031

Evento motivante: Insonnia

Temi: Solitudine

Emozioni trasferite nella scrittura: Solitudine; tristezza; inquietudine