L’eco del canto

Dov’io mi trovo dove tu sei stata
ora non sei ma sento la tua voce
riposarmi, ma lieve eco, nel cuore
dove malinconia e tu non siete
un ospite inatteso ma la voce
il nome il senso della solitudine

O lieve ombra sorella dolce nebbia
della memoria illudi ancora il cauto
i brevi suoni antichi
che erano la sua voce.

Limpida gola di cristallo, canta
la mia “Disillusione” russa e stanca
Erano tristi quelle note, amare
come note che muoiono nascendo
fioche, preghiera, non le ricantasti
mutate in voci trepide di gioia
perché la gioia era una dolce pena
per Tua dolcezza musicale schiava

La voce ti tremava, uno zampillo
di luce, un giglio – saliva leggero
nell’azzurra allegria dei cieli
Cantavi della danza delle stelle
appresi gli echi limpidi dei colli
i mormorii più ingenui d’acque e steli
e il perdono del tempo – tu salivi
sull’arpa delle stelle, così lieve
ch’io temevo stupivo di salire
– sulle mie curve stanche spalle ali –
per seguire il tuo volo oltre le stelle
le tue azzurre sorelle Elena antiche
e tu sentivi ed io salivo mite
con lieve il tuo canto le ali ingenue

Dimenticavo d’essere così
perché le oscure muraglie del mondo
erano un’ombra infranta e lontana
erano un sogno inutile, una vana
malinconia di cui cercavo il fondo
Dimenticavo d’essere così
non mi stupì il silenzio – dolce musica
colma l’oscura pausa della voce –
anche il silenzio rise ed era un canto.

Musica di parole il canto e tu
per me mutavi in musica il silenzio

Eterno cuore, stanco di morire
ora prega il futuro al suo ricordo
un dolce inganno ordini alla speranza,
non pensare che tutto passa o nulla
il suo canto e quei giorni dolci e tristi
che sono stati e sono anche se tutto
vola una volta e se stesso, una sola

Le note che salivano e portavano
gentili cose di una vita, poche
cose e più grande numero di sogni
sole restano e nulla ora e nessuno
potrà rubarti ciò che fu è e non passa

Non più non più mi canterai se forse
ti pregherò sommesso senza chiedere
non le parole che hanno ali leggere
ma le parole amiche le parole
stanche e severe
e la tua voce l’eco del tuo canto.

Autore: Gianni Toti

Data: aprile – maggio 1944

Numero serie: 1944_0028

Temi: Amore; malinconia; silenzio; musica

Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; malinconia; solitudine