Fu così la partenza: un gran silenzio
gli occhi che mormoravano nel buio
e la preghiera delle labbra mute
l’addio senza parole e la dolcezza
ultima di serrarti – istante – mia
vicina, un fischio e poi così lontana
Forse partire è una parola vana
forse parte chi va forse chi resta
dentro il cuore dei cuori del destino
che vigila i miei viaggi, i tuoi ritorni
E si portava, ultimo ladro, il vento
il ricordo di te che si smarriva
tra boschi fiumi prati colli campi
e larghi stagni – tutto fa distanza
tutto divide, un nulla, disunisce
anche la lontananza
Dal finestrino mi rubava il vento
lacrime forse o le mutava in stelle
una ignota pietà su ali di tenebra,
tutto mutava o nulla nella corsa
pazza che s’avventava
su una meta temuta, solitudine
da te, una bimba , ed ora solo un sogno
– e trema sempre e non dilegua mai
Dolcezza della pioggia era nel vento
la brezza non cantava dentro l’aria
– troppo triste dolore per il canto
dell’alba – si destavano
tutte le cose che sono e nel fermento
dei sonni estivi un grave peso d’ore
mi mancava nel cuore – e tu dormivi
lontana ormai, così lontana, ignara.
Ed era un altro giorno, archilucente
giunse ridendo il vento del mattino
e tu non c’eri o l’attesa di te.
Solo il ricordo di questo smarrimento
del tempo, scherno amaro, mi portava
i tuoi piccoli passi nella sabbia
di una spiaggia solitaria e lontana.
Autore: Gianni Toti
Data: 2 maggio 1944
Numero serie: 1944_0029
Evento motivante: Allontanamento
Temi: Amore; lontananza
Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; solitudine; mancanza; dolore