Squarciagola

Anche stasera, amico
il rancore di nulla della solitudine?
Non sai calmare più di luna e sera
questa incredibile malinconia
e interroghi la stanza
muta che non risponde
più vuota del bicchiere
rosso che più non colmi
da tempo dell’allegria
d’esistere al domani, alla speranza
delle strade che mani d’uomo sfogliano
come rose sui prati della vita?

Si interroga la notte ancora mio compagno
un’altra volta
scendi le alte scale
delle strade-serpenti tra le case
colme di nebbia azzurra alle finestre
che nascondono il nulla delle stanze
il mistero degli altri, la speranza
che altrui sia colmo il calice azzurrino
di rosso vino, d’allegria d’avere
occhi d’amore sul mondo di dio
e gambe che camminano le strade
come un compasso a misurar lo spazio
della vita che cresce come un bimbo
da orizzonte a orizzonte, ad ogni passo,
con la testa nel cielo gli occhi nel vento

E poi.. torna cantando
a squarciagola anche se non puoi
perché è freddo il mattino nel deserto
sulla strada lucente dove il gallo
taglia il vetro del tempo col diamante
della gola e discende come una lama
la luce bianca splendide d’azzurri.

Torna cantando anche se non sai
che qualcosa di nuovo è nella tasca
rossa del cuore amico mio più triste
della notte che cade nel vicolo,
più solo della prima stella dell’alba.

Autore: Gianni Toti

Data: novembre 1945

Numero serie: 1945_0050

Temi: Solitudine; malinconia; coraggio; speranza

Emozioni trasferite nella scrittura: Solitudine; malinconia; coraggio; speranza