L’ultimo canto a lei che muore

Perché non sai che intorno a noi è la morte
dovunque è spazio e ciclo, anche l’azzurro
che appare eterno come l’ironia,
che la morte sta dove c’è il silenzio
(e in noi è un silenzio fatto di parole….

Io non voglio lasciarle nulla, cara,
nulla alla morte di te, troppo bella
per consegnarti a lei tu lascerai
a me la tua bellezza e mani ed occhi
e gola e seno e bocca, i tuoi capelli,
alla morte uno scheletro, l’ombra della polvere.

Perché non sei uno scheletro che cade
alla terra, non polvere di carne
la dolce carne pallida d’amore
che palpita stanotte alle carezze
del vento che ti sfiora con la mano
dell’aria intimidita dalla morte
perché non sei un fantasma senza colore
che traspare nel vuoto, ma sei azzurra
come un’ala che canta alta nel vento
e cielo e mare e fiore se mi guardi
ed oro e raggio e luce nei capelli
flauti di vetro le tue lunghe dita
d’organo e dolce musica e palpito
e colomba alla gola ed onda al seno
che alza la luna quando è l’alta notte
e sul letto di luce tu mi sei
un bianco raggio.

Autore: Gianni Toti

Data: dicembre 1945

Numero serie: 1945_0052

Temi: Natura; morte; amore

Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; lutto