Può accadere che tu non sia più
una forma soltanto
e nella nebbia mi volto disegnato
dal desiderio
e che tu poi discenda
nella memoria come le figure
scoperte nei ricami alle finestre
quando soltanto eri un fantasma, eri
l’attesa, la pazienza della vita.
Tutto – mi dicono – oggi può accadere
che lei appaia e svanisca – tutto passa
ricordi? – e qualche cosa che poi resta
dopo non t’appartiene più e tu sei
stupito ai mille volti della vita.
Oh, sei un volto soltanto
t’ho vista ieri nata nella nuvola
alta di luce che gonfiava il vento
trafitta dalle spade luminose,
t’ho vista, eri il riflesso della sera,
t’ho ritrovata dentro la mattina,
eri a fiore dell’acqua, avevi labbra
di sangue, onde di semi, eri la pianta
assetata di luce, mi sei apparsa
sorridendo sui vetri delle strade
illuminando il giorno.
Oh posso sempre
ritrovarti, se voglio, anche nel deserto
anche viva un miraggio tu, ora so
ritrovarti dovunque io cammini:
ieri ad esempio eri un riso di bimba
oggi la notte buona della mia amica
E non importa se ti perderò
ogni giorno, ora so ritrovarti
a ogni angolo del tempo, sempre uguale
e diversa – il tuo nome come un suono
sfiorerà il lieve archetto del violino,
scivolerà sullo specchio dei visi
dove i tuoi occhi guardano altre bocche
e riconoscerò il tuo passo anche
senza sentirti, silenziosa come il vento –
Ora ti so, eri quella che correva
come un cerchio leggero alla fontana
dell’infanzia, la prima nudità
rubata alla natura, e quando il cielo
si rovesciava negli spazi eri
tu la bambina che tremava, ieri
eri lei che baciavo in bicicletta,
oggi colei che non mi vuol baciare,
domani quella che mi bacerà
Ti riconosco, mi appartieni ormai,
perché sei tante e non sei più nessuna.
Autore: Gianni Toti
Data: 27 luglio 1947
Numero serie: 1947_0104
Temi: Amore; mancanza; ricordo; malinconia; tristezza
Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; mancanza; malinconia; tristezza