Una parola, un gesto, un qualche cosa
che testimoni che ho vissuto
e qualche passo ho comminato
con i compagni nella marcia della vita
Soffrire, piangere morire
non importa non cercavo la felicità
volevo soltanto che restasse
un segno a dire che ho vissuto
e se più delle stelle ho pianto lacrime
il fiume del pianto ha una fore
lo so, è il sorriso della bimba
in cui domani rinascerò
Per questo forte ho premuto le dita
sul ferro freddo contro il cuore,
con la stessa trepida gioia
staccava i fiori bambini dai prati
Una parola, un gesto, uno sparo,
mi sono bruciata come potevo
perché il mondo andava in fiamme
volevo andar anch’io….
Tanto ero morta che volevo vivere
e solo la morte m’era vita
per rifiutare la morte vivente
ho passato la soglia estrema
Ora qui sono fermata
appena varcata la porta qui aspetto, al mio porto giusto
dove giungono i morti vivi
donde saluto con una certa tristezza
quelli che muoiono morti:
di uno so che morirà
vivendo e che non morirà
perché una parola un gesto un qualche cosa
un grido una fiammata un fiore rosso
su un giovane seno d’estate
è fiorita una sera per lui
che ne ha raccolto il colore
purpureo per una bandiera
dietro la quale ora cammina
per giungere vivo alla morte
con dietro tanti compagni
verso altissimi destini
Quando qui giungeranno
a loro m’accompagnerò
Autore: Gianni Toti
Data: 4 agosto 1948
Numero serie: 1948_0194
Temi: Morte; suicidio; disillusione; amarezza; malinconia; tristezza
Emozioni trasferite nella scrittura: Disillusione; amarezza; malinconia; tristezza