Stasera il mio luogo è stasera
la mia stanza è stasera
la porta è la mattina
spalancata da te
e dalle grida degli svegli
Stasera era dunque la nebbia
che mi dava una mano
e la notizia ultima: la Cima
liberata dagli nomini sensibili, le miniere
affondate nel cuore dell’Italia
e l’Internazionale dentro come zolfo
bruciato nella vena….
Stasera eri anche tu,
che non sei venuta
a darmi una mano, la mano
tua invisibile dell’assenza,
non mi sono accorto di essere solo,
non “sentivo,, di essere solo
“ero,, solo con tanti uomini soli
solitudine contro solitudine
camminavamo nella nebbia
guidati dai fanali
dalle bandiere del buio
e non ero triste,
stasera, Laura, senza te,
mi sentivo come un minatore
alla decima discenderia
più in alto di quelli più sotto
che non sanno quanti strati ancora
sopra il cielo…
i minatori di Francia
“in cielo tornavano,, ieri
salendo dall’abisso
con le bandiere rosse nere
dentro la teppa di Moch
stordita dalla Marsigliese
essi tornavano in cielo,
erano volto, tornavano dove io ero,
sulla terra, sopra, cioè in cielo
e mi venne voglia di arrampicarmi
su scale azzurre,
con rosse bandiere
nella miniera immensa sotto il sole
dove scaviamo il cuore, il cuore del mondo
ma avrei avuto bisogno della tua mаno,
lo confesso,
della tua mano di nebbia….
Autore: Gianni Toti
Data: 4 novembre 1948
Numero serie: 1948_0202
Temi: Amore; coraggio; speranza; malinconia
Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; coraggio; speranza; malinconia