Il gradino

E va bene, fratello, va bene,
giorni e giorni senza colore,
e notti solitarie affannose,
senza altro che sonno e lavoro
e la speranza
tenace come la fame

e va bene,
giorni e notti
senza poesia, senza amore, senza gioia,
– solo questa lotta acuta,
questa ansia tagliente
questa pioggia continua
nei giorni di sole

e neanche il tempo di sognare
un’ora per leggere
un minuto per pensarti,
un secondo per sorridere
un niente per lasciarsi andare

e va bene: affrettarsi,
vivere in corsa, bruciare,
far presto a vivere
e a morire
ogni giorno e ogni notte
senza niente altro che la lotta
– la gioia solo una parola
dolcissima, senza sapore,
sconosciuta –

e va bene, va bene, e poi?
questa è la mia vita, questo sono io:
il gradino indispensabile
– senza di me non passerete,
nessuno salirà
la scala azzurra dell’avvenire

Potrei essere un sasso incastrato
nella ruota del tempo
e invece vi darò una mano,
vi darò tutta la mia speranza disperata
perché giri più in fretta
anche se io non ci sarò
quando la gioia arriverà
come un sorriso sulla bocca intristita della vecchia vita

e va bene, e va bene,
che cosa avrete fatto senza di me?
senza questo piccolo povero terribile lottare
dei giorni oscuri?

Va bene, giorni immensi, giorni luminosi
del futuro,
giorni gioiosi ed eterni,
giorni del vero amore,
io sono il vostro padre orgoglioso
io, fiero
di morire per voi
di essere solo un gradino
della scala senza fine
che conquista il cielo dell’uomo

Autore: Gianni Toti

Data: 10 marzo 1950

Numero serie: 1950_0236

Temi: Estenuazione; amarezza; tristezza; speranza; orgoglio

Emozioni trasferite nella scrittura: Estenuazione; amarezza; tristezza; speranza; orgoglio