Ogni mattina nascere e ogni sera
morire un pò, senza temer la morte
cosi prender la morte, come il sonno,
e attender di sognare un’altra vita,
sceglierla nella morte, costruirla,
architettura di sogni ed esperienze
morte ma per rivivere… cosi
poter vivere un giorno, cosi attendere
la morte come il fine del tuo sogno
e svegliarti nel vento, ala del vento
che accarezza la vita sulla guancia
di una bambina che sogna, che un giorno
morta al suo sogno tornerà con te
a volare nel vento, una farfalla
nata dal bruco della vita, il sogno
che è la vita, la vita che è la morte.
Sarà un giorno cosi? Tanto sognare
voglio ancora, e svegliarmi non voglio,
Eppure un giorno sentirò che il sogno
svanisce sulle palpebre del giorno
lungo tant’anni che ho vissuto e nulla
potrò fare per dire: aspetta ancora,
termina l’ultima immagine, disegna
quel volto appena intuito d’amore..
Vorrei proprio desiderar mattina
fresca come una mano sulle palpebre
che va chiudendo per farmi vedere.
Desiderar di nascere, volere
morire com’è giusto, come a sera
voglio dormire per sognare ancora
un’altra vita in libertà di sogno.
Sarà un giorno così? Io spero, io credo:
e morirò cantando.
Autore: Gianni Toti
Data: 31 dicembre 1954
Numero serie: 1954_0287
Evento scatenante:
Temi: morte; malinconia
Emozioni trasferite nella scrittura: rassegnazione; malinconia