Uno schiaffo del vento alla finestra,
una risata di grandine, un sibilo bianco,
una mano invisibile sul vetro,
disegna volti ignoti, pallide dita
scostano le tendine, poi più nulla,
altri schiaffi e risate, altri disegni,
altre grida notturne, ed il silenzio.
Così ti aspetto, quando tra le dita
della neve sul vetro un arabesco
disegnavi anche tu con una mano
di ghiaccio e dietro la tenda di vento
invitavi ad aprire, a dire si.
cosi ti aspetto, e sul vetro di nebbia
con un pennino scrivo anche parole
che nessuno potrebbe mai capire,
tu soltanto che sai perchè le scrivo
sul vetro e le ravvivo col mio fiato.
Una lingua tra noi, tra due pianeti
perduti in una sterile galassia
sempre più opaca e lontana, parliamo
ancora noi tra un cielo e un altro cielo
allontanati da una furia cosmica,
nell’universo impallidito del cuore.
Ci parliamo e ti aspetto, tra le risa
del vento, e i colpi secchi della grandine,
sul vetro la tua immagina lavata
ancora segnerò, altre parole
sempre sul vetro scriverò, la bianca
tendina si solleva qualche volta
e mi pare vederti, .. non sei tu
non sei tu ancora, sulla povera tela
dita di ghiaccio raspano un riso
bianco ripete un verso nero e il resto
è soltanto silenzio, un grido altissimo..
Autore: Gianni Toti
Data: 28 dicembre 1953
Numero serie: 1953_0282
Evento scatenante: allontanamento; amore
Temi: amore ; malinconia ; solitudine
Emozioni trasferite nella scrittura: amore; fragilità; tristezza