Si mosse, entrò nel muro, con la mano
fece finestra, scese per gradini
di spazio dal suo piano, toccò terra
dolcemente, e si volse a quella porta,
la prima porta che si parò contro,
la toccò con le mani, la distrusse,
e le mura dissolse, camminava
contro tutto, passava come un suono
tar timpani leggeri, senza porte,
senza finestre, senza case il mondo,
apparenza reale tutto, e volti
Sereni nelle case, e anche canzoni
fiorite sopra i passi, a un ritmo breve
e le strade, i paesaggi, ecco, bastava
fare un gesto e spariva questo o quello
e il desiderio modellava tutto
a seconda degli occhi creatori,
Sorrideva e il sorriso era nel mondo,
e nasceva e moriva in un momento
tutto ciò che vedeva era e non era,
la storia era cantare, musicare,
e ballare ,e volare e sempre amare
amare, amare, i baci erano al vento
labbra di luna e sole, sulle mani
seni d’acqua e di luce, e all’orizzonte
palpebre chiuseaperte, inviti muti,
anime vive e morte, e le parole
così reali che bastava dirle
per vederle, toccarle, e ricantarle
senza parlare, tutte dette da se, ….
così volle salire, risalire
i gradini leggeri dello spazio,
mosse un piede nell’aria, una parola
disse, e si accorse che cantava tutto
lo strano mondo, uno che la parola
dalle labbra di pietra faceva
suono e il silenzio aprì e chiusa i suoi denti
sulla sua bocca, Allora abbassò gli occhi,
e li riaprì e non vide che pupille
spalancate sul buio, fù così
che capì tutto, in un momento eterno
Morì così la sua morte, così-
Autore: Gianni Toti
Data: 09 febbraio 1954
Numero serie: 1954_0312
Evento scatenante:
Temi: ricerca; morte
Emozioni trasferite nella scrittura: speranza; fascinazione; incertezza