È da trent’anni che studio di me,
che cerco di conoscermi, che esploro,
i mari dei miei occhi, le piste del cervello,
le negative dei ricordi non sviluppate
nella camera oscura della mente
e i presentimenti che porto dentro questo
cuore che trema ancora di altre morti
lontane già subite, a interpretare
i presagi del tempo, i piani dell’uomo…
La geografia dell’anima, l’anatomia del cuore,
troppe scienze mi occorrono a sondare
l’universo dell’uomo che sono io,
e non ho che una penna e versi brevi,
strumenti primitivi come l’arco
e le frecce del vecchio avo; siamo
all’inizio, ignoranti di noi e del mondo,
e sappiamo solo che forse moriremo….
Autore: Gianni Toti
Data: 6 gennaio 1955
Numero serie: 1955_0325
Evento scatenante:
Temi: morte; ricerca; contemplazione
Emozioni trasferite nella scrittura: fascinazione; contemplazione