Solo un piccolo cielo nei miei occhi,
quanto un fiume d’azzurro tra cimase,
quanto un lago di nuvole periferiche,
quanto un mare visto da lassu:
un’ onda, solo un’onda, una marea
dell’oceano dei cieli cosmici
solo un piccolo cielo, un piccolo occhio
e un grande cuore inutile, fantasticatore,
scandaglio del futuro, pallone sonda della morte,
e la mia terza, il mio pianeta è qui,
sempre, in un cerchio immobile, assurdo,
viaggiatore su un treno che non parte
dalla stazione dell’eternità,
ma fulminali, tempo, dall’ abisso
che ti è grembo, dall’ utero dello spazio,
e scagliali lontano, oltre le galassie
e stelle e pianeti, e cieli e occhi bui,
precipita, e il mio cuore, ti prego, nel vortice,
laggiù dove, si scende senza fine!
Come un bimbo invecchiato fammi saltare
sulle ginocchia del nulla
Autore: Gianni Toti
Data: 8 giugno 1956
Numero serie: 1956_430
Evento scatenante:
Temi: imperfezione umana; universo
Emozioni trasferite nella scrittura: tristezza