Un cielo caduto raccoglie la strada,
la pozzanghera azzurra testimonia
sulla misericordia delle cose,
la pioggia righe liquide ha tirato nel vento
perché mani di spazio vi scrivessero
jazz freddo per uomini febbrilli,
e io sono qui a guardare questo cielo
crollato sulla terra per stanchezza di sguardi
e interrogo il fango sui miei passi:
grave è oggi la responsabilità,
solo un cielo caduto può risalire
fino al soffitto della nostra casa piccola umana
solo un cielo caduto, e non ho mani
per scriverlo nel vento davanti agli occhi
di chi ha lo sguardo basso, sulla terra bassa,
e la mattina, educatamente non si toglie mai
davanti al sole il grande cappello celeste
E il cielo è caduto nella pozzanghera azzurra
un occhio perduto vi si specchia,
pozzanghera azzurra, pozzanghera nera
Autore: Gianni Toti
Data: 9 giugno 1956
Numero serie: 1956_437
Evento scatenante: osservazione della natura
Temi: natura; universo; fragilità umana; estenuazione
Emozioni trasferite nella scrittura: malinconia; incertezza; inquietudine