Sono marcio d’amore, una grande piaga
che si lacera, un vergine imene violato
e incorrotto, continuo, proliferante
infradiciato di dolcezze incomprensibili,
di desiderio di desideri, e interessanti noie,
e tristezze tenere e tragiche, in attesa
di astrali catarsi,. vi dico, un marciume
sentimentale, una menzogna innamorata
della verità, un interrogativo senza risposta
(la risposta uccide l’amore, lo sapete)
e c’è chi dice: è solo una parola,
una travestita divinità
che si vergogna; una bugia, insomma.
Sarei dunque malato, e inguaribile,
di un morbo che non esiste, di parole,
una piaga di nulla o, forse,
questa è soltanto la tensione futura,
l’ansia di morire, di congiungersi,
amore d’avvenire
Autore: Gianni Toti
Data: 21 luglio 1956
Numero serie: 1956_449
Evento scatenante: sessualità
Temi: identità; estenuazione
Emozioni trasferite nella scrittura: impotenza; angoscia