Solo creature piccole vediamo
e gli occhi solo se come monete
d’argento luccicano davanti a noi:
ma il gigante dello spazio che laggiù
solo con un occhio celeste ci spia
sotto la palpebra dell’orizonte
è cielo, e vento e azzurrità, diciamo
Ma c’è un momento in cui tutti dormiamo
anche se insonne sembra la notte
e gli ebbi sognano di non sognare
Allora vedreste quell’occhio levarsi
e un’ombra immensa e mani d’aria, alte
accarezzare i seni delle colline,
le lunghe gambe delle valli,
e il bagliore, il bagliore di quell’occhio!
Autore: Gianni Toti
Data: 4 settembre 1956
Numero serie: 1956_477
Evento scatenante: insonnia
Temi: notte
Emozioni trasferite nella scrittura: introspezione; fascinazione