La notte mi perdona, io la perdono
di perdonarmi, e dico: posso vivere
comunque, posso vivere anche se
ho tradito me stesso, questa vita
da non morire mai, come diceva
il barista qui all’angolo: – che vita!
diceva. – Come va?– Alla marinara,
molta acqua e poco pesce..
tu mi perdoni, io ti perdono di
perdonarmi, mi assolvo e mi condanno,
non può essere mia, soltanto mia,
amici, la responsabilità
di vivere senza bellezza,
ma si può vivere solo di desiderio
di bellezza, di desiderio di desideri?
Autore: Gianni Toti
Data: 02 novembre 1956
Numero serie: 1956_520
Evento scatenante:
Temi: contemplazione; condizione umana
Emozioni trasferite nella scrittura:
inquietudine; incertezza; fragilità; desiderio; ironia