Le parole non bastano, tramontano
le parole sul vecchio orizzonte,
ma è ora di trarre dalla polvere
la pistola sepolta: le parole
più non bastano, come non più
i proiettili di ieri, ma bisogna
ancora, ancora sparare, e parole
parlare -, avere
paura, forse, ma dichiarare
chi siamo, che cosa vogliamo.
Anche se ho paura, io lo confesso,
se ho paura a dichiararmi,
e con parole creare anch’io
un pianeta di privati sentimenti,
un frammento d’universo.
D’universo – ho detto – e credetemi
per queste parole ho pagato
un dazio di vergogna, e passato
frontiere assai vigilate, anche voi lo sapete
le frontiere dell’anima.
Pure, ora
sono qui, a voi davanti, con parole
vecchie – nuove a sparare – So, l’ho detto
che le parole non bastano più
ma a provarlo saranno le parole,
non altri – dopo dette, avremo fatto
un altro passo, come si dice, verso la morte
Saremo soli, senz’armi, col mondo,
La poesia morrà, saremo tutti
poeti come un giorno antico tutti
parlammo e dimenticare fu facile
i creatori di suoni e di sillabe
i poeti dell’alfabeto, i piccoli dei
E viaggeremo nel cosmo, lo sappiamo, avremo sensi
nuovi e con queste piccole bianche e grige
cellule della mente sposteremo
nel tempo i pianeti, a farne vasi
spaziali, immense arche
di Noè collettivi – i pensieri
tradurranno realtà a comunicare
subito con diverse umanità….
Dobbiamo prepararci, fare presto
è vicino il tramonto delle parole
noi siamo i testimoni, i cantori ultimi, i cronisti
Evviva, le parole più non bastano
migliaia di parole più non bastano
a dire che cresciamo oltre i confini
del cuore, che ci attendono altri cieli
Siamo pronti, la Terra è per salpare…
Autore: Gianni Toti
Data: 15 maggio 1957
Numero serie: 1957_606
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: consapevolezza; rassegnazione; speranza; paura; incertezza
Temi: poesia; tempo; vita; morte; fragilità umana