Lavati, ragazzo, imbrattato di morte

Lavati, ragazzo, imbrattato di morte
e pulisci lo scheletro e la carne,
poi congiungiti, unisci ciò che separa,
noi siamo qui per questo, a fare un uomo
con questo materiale disperso nel tempo :

Non andartene mai solo con te stesso.
Solitudine, si, ma con le foglie
e le correnti, con i colori e gli anni,
con il flusso d’acqua, con un’ora
dimenticata per la strada da qualche
vivente che distrattamente vive
e dalle tasche dell’anima perde
gli spiccioli del tempo : raccoglila
Non distaccarti, non pensarti uomo
soltanto : l’uomo è tutto, l’uomo è anche
l’enigma chiuso e teso nella roccia,
la parola che in sillabe sepolte
si divincola dentro la camicia
di forza delle cose : unisci, unisci,
lavati, non imbrattarti di morte.

Autore: Gianni Toti

Data: 20 giugno 1958

Numero serie: 1958_881

Evento scatenante: morte; osservazione della natura

Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; rassegnazione

Temi:
morte; universo; imperfezione umana