“Ma perché non un cielo sotto i piedi
e ad altezza di spalle i marciamani?”
E il disordine entrò tra le parole
come un vento tra foglie. Scompigliò
i capelli alle cose. Io mi affrettai
un ordine a rimettere. A manciate
con le mani degli occhi, alcuni vecchi
trasalimenti e molte sicurezze
afferrai e li detti alle parole
chiuse dentro una pagina; nutrirle…
Da un cassetto di schiuma bianchi e neri
tasti leggeri un poco saltellarono
sotto le dita: musica. Io tacevo
forse anche imbarazzato pel disordine
che in piedi era restato nella camera
del cervello: ne approfittò la notte
per levare quel buio alla camicia,
ma la sua nudità si rinascose
fino alla gola del suo bel pudore…
Poi la domanda tornò, impertinente:
risposi ch’io cammino a testa in giù
fra marciamani di nuvole, così…
Autore: Gianni Toti
Data: 21/12/1958
Numero serie: 1958_974b
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; malinconia
Temi: contemplazione; poesia