e adesso quasi soffochi, mi dici,
la finestra è già occhio di prigione
ha due mani lo spazio alla tua gola
e stringe la tua morte tra le dita,
la tua morte feriale, la tua povera
morte già tanto estranea, appena nata,
solo frantumi di mondo,
solo schegge di specchio,
solo lame spezzate di coltelli
e il silenzio, la sua mano oscura, che brancola,
soffocante attesa d’aria
troppo abbiamo sognato, troppo poco
vissuto queste fantasie onnipotenti
(povera fantasia, così povera
da credersi divina, come è certo
la povertà divina …. : dio non ha
nulla, e di nulla
ha bisogno, solo della nostra morte
del nostro nulla, appunto …)
solo se dico : nulla – so che esisto
Autore: Gianni Toti
Data: 07/03/1959
Numero serie: 1959_1017
Evento scatenante: morte
Emozioni trasferite nella scrittura: rassegnazione
Temi: morte; depressione; estenuazione