«IL MANIFESTO» 14 gennaio 2023.
Su “ALIAS” Sandra Lischi scrive della Biblioteca Totiana di Alatri.
Ribaltare gli sguardi.
Percorsi di sperimentazione nei piccoli centri.
Vignola, Alatri, La Spezia.
«C’è una piccola folla raccolta in strada, davanti alla porta a vetri: accanto al disegno del volto di Gianni Toti, poeta e videoartista (poetronico, si definiva: poeta elettronico), la scritta «Biblioteca Totiana. Visioni molteplici-un luogo della contemporaneità artistica». Docenti, studenti, il sindaco, il rettore dell’Università di Cassino, il presidente dell’associazione Gottifredo, Tarcisio Tarquini, artefice con Pia Toti Abelli del percorso che ha portato qui questo patrimonio. È l’inaugurazione nel centro di Alatri, in spazi ampi e bellissimi, della nuova sede della Biblioteca Totiana. Ad arrivare qui è stato l’intero contenuto de La Casa Totiana, che a Roma raccoglieva nella grande sede di via Ofanto l’archivio, la videoteca, gli oggetti raccolti nel mondo, i quadri, le fotografie dell’artista: una «macchina per pensare» allestita con grande cura da Pia Abelli, moglie di Toti, dopo la scomparsa dell’artista nel 2007, spostando
i materiali da Via dei Giornalisti, col riordino, la catalogazione e la fruizione; e stage, laboratori, incontri. Un lavoro immane che dopo oltre 10 anni chiedeva nuove energie e il dialogo con una realtà in grado di attivarne possibilità di utilizzo e di rilancio futuro: così Pia
Abelli ha deciso, in sintonia con persone a lei vicine in questa lunga e laboriosa fase e con altre legate da antica amicizia con Toti, di donare questo patrimonio all’associazione Gottifredo di Alatri: una realtà vivace, implicata in tanti progetti culturali, creativi e formativi, e promotrice quest’anno della prima edizione del Festival «Visioni molteplici. Cultura è circolare», curato da Giovanni Fontana (artista, performer e teorico di poesia e arti intermediali) e Silvia Moretti (studiosa di Toti e stretta collaboratrice de La Casa Totiana): confronto tra arti, ricerca, sperimentazione, musica, conservazione e rigenerazione del patrimonio culturale (così il sottotitolo). Dal 27 settembre al 2 ottobre, nell’antica cittadina a un’ora da Roma che sale verso le mura ciclopiche, si sono susseguiti dibattiti e concerti, film e incontri, riflessioni sugli archivi e le biblioteche, fra tutela del passato e potenzialità delle ultime tecnologie. E il Festival si è aperto proprio con l’inaugurazione della biblioteca, illustrata ai visitatori da ragazze e ragazzi che hanno partecipato con passione all’impresa. A fianco, una mostra di quadri della prima moglie di Toti, Marinka Dallos, pittrice di origine ungherese che aveva fatto parte del gruppo «Romanaïf»: anche il suo fondo è stato donato. L’intento è quello di far divenire questo luogo «un laboratorio di creatività», rivolto alla cittadinanza e alle scuole ma con progetti anche più estesi, nazionali e internazionali (molte le collaborazioni attivate da Toti con i paesi centro e sudamericani: presente all’inaugurazione anche il peruviano José Carlos Mariátegui, che aveva lavorato con Toti al videopoema Tupac Amauta). I quasi 14.000 volumi di Toti, viaggiatore e lettore insaziabile, spaziano dalla letteratura e dalla poesia del mondo a preziose riviste, da dizionari di ogni tipo a volumi rari di storia e politica a libri e cataloghi sul cinema, la videoarte, il teatro, le arti, la scienza. Un patrimonio multilingue accumulato nei decenni (Toti era nato nel 1924) cui si aggiungono i quadri, le fotografie, i film, i video, i vinili e CD di musica; e le sceneggiature anche inedite, i taccuini, i disegni, gli abbozzi di irromanzi, corrispondenze di un’intera vita di scrittore, poeta, giornalista, direttore di riviste, regista e videoartista quale è stato Toti. Che sarebbe contento al sapere che oggi, fra la sua vecchia macchina da scrivere e il suo visore degli ultimi anni per via di problemi agli occhi, si aggirano giovani e cittadini incuriositi, pronti a intraprendere un viaggio non solo nelle pagine, nelle immagini e nelle musiche della sua vita ma anche in progetti visionari e non convenzionali di conoscenza».