Il tuo volto ritorna a sera quando
in uno spazio vasto un sonno buio
brulica sul mio cuore, ignoto mare
che finge pace di sogni al silenzio
Ma un’isola che ignoro il cuore quando
il silenzio disanima il suo cauto,
le sue note d’angoscia, ignoro il mare
che mi chiude e flagella, arida riva
Solo nel buio, nel silenzio – è un vento
calmo ed uccide se nasce la voce –
non mi lascia il tuo volto che si trama
sull’oscuro tessuto il suo disegno
notturno stancamente da lontani
sogni vincendo il viaggio del ricordo:
un ricamo di luce su una veste
nera di morte, questa notte buia,
il tuo volto che non mi tradirà
giorni stanchi ed insonnie solitarie.
Di te non so se un senso abbia una voce
che dica fedeltà, non so che vento
incida, azzurrità d’oro, i capelli
che hanno brama di sole, quali stelle
avvinsero le tue sorelle azzurre,
di te non so più che questa memoria
di figure gentili e i dolci e tenui
lineamenti che imploro al tuo ricordo.
Non potrai abbandonarmi – la tua voce
minuta giurava su una ruota certa –
Non lascerai il fantasma che ti aiuta
a vivere io Laura ed a morire
ma lascerai il mio viso nella nebbia
dei volti che t’ignorano che ignoro
mi lascerai così, fievole voce
della memoria senza che la vita
abbia un fremito, un segno – e tornerà,
così, ad un soffio, immobile, lo brama
Ma brucerà il mio volto e sarà vero
sorgerà dalla nebbia in un ricamo
luminoso sul buio della sera.
Tornare ed anche questa una favola
ti avrò subito accanto – senza volto
il tuo volto impossibile e lontano.
Autore: Gianni Toti
Data: 11 febbraio 1944
Numero serie: 1944_0022
Temi: Amore; mancanza; ricordo
Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; dolore; tristezza; mancanza