E un altro mese è caduto
dal penultimo piano della speranza,
incespicato, poveretto,
nel mio ventiquattresimo anno.
Quest’anno era il ventiquattro
giugno dell’anno
mille novecento ventiquattro
fammi compiere ventiquattro
anni; quattro e venti
E adesso sono alticciato alla finestra
d’aria, sul tetto azzurro
e non penso
a buttarmi giù
dalla speranza, non penso
ad arruolarmi volontario
della disperazione –
ma neppure (debbo confessarlo
per dovere di Partito:
l’autocritica è la nostra legge)
ad arruolarmi volontario
della speranza
– di quella piccola e antica
della mia felicità:
a quella degli altri ci credo,
purtroppo –
Eppure ieri mi sono meravigliato
ancora una volta del cielo
e l’ho visto sorridere, sorridermi
dalle sue labbra azzurre, tanto azzurre
che credetti ad un bacio colorato
dalla serenità incantato di una sera
sorpresa di morire dolcemente
sognando di rinascere domani
come un’alba felice
e domani mi sveglierò.
Autore: Gianni Toti
Data: 2 luglio 1948
Numero serie: 1948_0151
Temi: Malinconia; serenità; speranza
Emozioni trasferite nella scrittura: Malinconia; serenità; speranza