Nessuno potrebbe essere felice
come me se nell’inverno perenne
in cui abito a primavera
tu come una improvvisa
carezza di sole, leggermente,
avvicinassi il tuo dito
alla mia mano, senza toccarmi
dicendo con un sorriso che è vero,
che hai ancora bisogno di me
No, lui non saprà mai
averti come ti avrei
io in un solo istante
e del tuo sorriso continuo
godere come io di una piega
stupita del tuo labbro
salutandomi affettuosa
(gli angeli del Partito
sanno forse, del resto,
della loro gioia?
Ah, preferisco i diavoli santi,
assetati di fiamme d’amore
io, né diavolo, né angelo)
Eppure anche oggi, anche oggi come ieri
lui ha cercato una casa per lei
e un letto per dormirle accanto…
ma io giuro che dividerò
i loro sogni – tra i due cuscini
porrò un diavolo folletto
e una lama tra le loro labbra
si incontreranno attraverso di me,
li unirà una leggera angoscia
Perché non si deve essere felici
sull’infelicità dei poveri d’amore
traditi affettuosamente
si incontreranno attraverso di me,
li unirà una leggera angoscia;
– quella di non amarla
come io l’amerei –
– quella di non essere amata
come io l’avrei
che l’amo come il cielo azzurro
e ho paura di perdere
lei, che non ho
Autore: Gianni Toti
Data: 5 luglio 1948
Numero serie: 1948_0159
Temi: Amore; amarezza; tristezza; dolore
Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; amarezza; tristezza; dolore