E avrei potuto gettare
il ponte di vetro sull’abisso,
legare ai miei i suoi occhi
con il filo delle nuvole
e avrei potuto andare
piano sul ponte con lei,
attraversare l’abisso,
piano indietro tornare
Così, quando mi voltai
con alle spalle l’abisso
non mi accorsi del ponte delle mani
e quando mi avvidi era tardi
altre mani, meno generose,
meno assorte, che ignorarono l’abisso
e che era necessario un ponte
di vetro, luminoso, per giungere a lei
altre mani che non seppero
il tabù meraviglioso
e che si ebbero la perla
che non splendeva per loro
Pure io non darei
anche ora, anche oggi, sapendo,
arrivato così a lei,
senza varcare l’abisso
Perché lei è sempre al di là
del ponte impossibile e lui
non lo sa, come un sognatore
padrone solo dei suoi sogni
e io che solo conosco
questa verità smarrita
ho sogni antichissimi, impossibili,
padroni contro i quali
mi sciopererò.
Autore: Gianni Toti
Data: 6 luglio 1948
Numero serie: 1948_0164
Temi: Amore; tristezza; amarezza
Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; tristezza; amarezza