Senza rimorsi i miei nemici di classe
ucciderò, perché sono senza speranza
e non credono che iI mondo
un giorno possa diventare migliore
Implacabilmente, uno ad uno
spazzerò la libera casa del mondo
da quelli che non credono in lei
e dicono gli slums di Londra
o i tuguri di Napoli
o i casoni del Delta
un male inevitabile
dei nostri giorni oscuri.
Perché non credono, li schiaccerò,
né nell’uomo, nè nella vita
e dicono l’uno e l’altra
sbagliati e terribili in eterno
o almeno per molti, troppi anni,
decenni, o secoli…
della miseria inconoscibile del cuore dell’uomo
Senza tremare, con la mano ferma
ucciderò i tiranni disperati
e i loro servi che non sperano
e invece di pregare e credere nella morte
o invece di spararsi subito
non sanno che servire
o rifiutarsi di pensare
che anche per loro il cielo è azzurro
Con gioia tutta questa sporcizia
scaraventerò via dalle nostre libere strade
nell’abisso del triste passato
perché sentite, è l’ora
della gioia,
che cammina sui prati,
della speranza, della gioia, che io annuncio
con questo giuramento
di un uomo che spera.
Autore: Gianni Toti
Data: 17 luglio 1949
Numero serie: 1949_0223
Temi: Morte; determinazione; speranza
Emozioni trasferite nella scrittura: Determinazione; speranza