Un tempo la tristezza
della sera solitaria, della notte senz’amore,
la tristezza dei giorni meschini
e dei pensieri senza luce,
la tristezza e il pantano quotidiano
di questa nostra epoca malinconica
(così grande, così in ascolto, così in attesa)
un tempo questo vuoto, questo freddo dell’anima
ci vinceva, e come sconfitti
prima della battaglia,
ci lamentavamo della sorte
che non ci dava la vittoria,
e senza stendardi vagavamo
sul campo della disfatta
avendo perduto ciò che avevamo
finché un giorno,
sotto un cielo sempre più triste,
dal viso così pallido, lavato dalle lacrime
all’orizzonte un vessillo
animò il vento, come il sole al tramonto,
che incendia il sipario dell’al di là
del nostro giovane mondo assonnato,
un vessillo di fiamma, e bruciava
il cielo malinconico, in cenere
riducendo la nostra povera anima triste,
così stupida e piccola
che non conosce la gioia
in un tizzo di fuoco, una scintilla…
è da allora, vi dico, da allora
che trovammo la nostra schiera
e i compagni d’arme,
da allora che la nostra tristezza
è diventata un’arma affilata
e la gioia è la nostra bandiera
Autore: Gianni Toti
Data: 22 febbraio 1950
Numero serie: 1950_0233
Temi: Tristezza; disillusione; malinconia; disperazione; speranza; determinazione; gioia
Emozioni trasferite nella scrittura: Tristezza; disillusione; malinconia; disperazione; speranza; determinazione; gioia