E non m’importa più
di ritrovarmi solo la sera
con la stanchezza e i vecchi sogni d’amore
a lamentarmi delle mille cose tristi
che mi pesano sugli occhi
vedute nel lungo giorno malinconico
Non m’importa più, anche tu puoi credermi,
di ritovarmi come un soldato inglorioso
la sera, a pensare di non aver combattuto
perché un solo colpo di fucile andò al segno
e il nemico ne fu solo scalfito
non mi importa più – il futuro
è una montagna immensa da bruciare
che copre gli orizzonti senza fine
non c’è altro da fare che attaccare
con la tua vanga o il temperino o i denti
gloria dell’uomo – il mondo è senza chiese
oggi, e i passeri giocano sugli altari,
anche tu vecchia madre indomita contadina
non preghi più i fantasmi che non rispondono
gloria dell’uomo, non ci sono più preghiere
da pregare, né perdono né premio
da chiedere, né le azzurre Madonne pietose
da salutare con l’ave del mattino o della sera
che so io…
gloria dell’uomo, non c’è nulla da chiedere
e io sono il mio dio luminoso e gioioso
e Maria è la dolce mia compagna,
la madre dei miei figli pieni di luce
Autore: Gianni Toti
Data: 23 – 24 febbraio 1950
Numero serie: 1950_0234
Temi: Orgoglio; speranza; certezza
Emozioni trasferite nella scrittura: Orgoglio; speranza; certezza