Mari improvvisi a volte sollevano
alte maree nel vento, se cammino
dentro di me, se non sono più qui …
Un mare improvviso: io un pesce,
la cravatta una squama, il braccio una pinna,
filo via dentro gli alberi, allora, nel folto
mi chiudo della verità, segreto
me e sto ad ascoltare la tempesta
sopra di me sfrenarsi, verso rive
remote allontanar e, con sospiri
residui di monsoni: poi lentamente
riemergo qui e continuo il mio viaggio,
mezzo pesce, mezzo uomo, asciugando
le ultime stille dal pastrano
poi mi scollo. sorrido, è solo un guìzzo,
penso, ora sono in aria, tra un momento
ripiomberò laggiù, nel profondo ….
Autore: Gianni Toti
Data: 9 giugno 1956
Numero serie: 1956_434
Evento scatenante:
Temi: identità; mare
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; rassegnazione