Ogni giorno cammino sui vetri
delle finestre che ho spalancato,
ogni giorno remigando così le braccia
nel vento chiudo e apro portoni
dietro e davanti alle scarpe,
ogni giorno frantumo orologi
e i foglietti dei calendari
scivolano sull’asfalto, strappati
alla noia “di quanti ne abbiamo”
Ogni giorno, e gli amici non sanno,
quando la mano mi stringono
di quei ghiaccioli, di quelle schegge,
di quei taglienti frantumi azzurri
che nelle falangi, invisibili,
si sono incastrati; Soltanto qualcuno
a volte scorge fosforescenze
tra le dita: crede siano le lucciole
che io catturo a primavera
Autore: Gianni Toti
Data: 05 agosto 1957
Numero serie: 1957_635
Evento scatenante: introspezione
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; consapevolezza; desolazione
Temi: fragilità umana; identità; contemplazione