Un rettangolo bianco
di carta
scontento
delle sue dimensioni:
due
soltanto, capite?
Un mondo intero, tutto orizzontale:
mi ci adagio, come una penna
malinconica, che non scrive,
e a volte credo di essere
diventato una strana
creatura piatta, solo altezza e larghezza,
sognando una terza dimensione,
quasi come una divinità,
sicuro che esista.
Poi mi dico: la quarta,
la quinta, la sesta, la settima dimensione…
e il foglio di carta si rasserena,
la scontentezza dilegua
come un’ombra qui sopra proiettata
dal vecchio lampadario che debbo cambiare
Tenere ali mi sfiorano le tempie,
Pensieri? forse! E magari
freschi, di zecca, monete da spendere
in un mondo a mille dimensioni
Autore: Gianni Toti
Data: 15/03/1960
Numero serie: 1960_1159
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; rassegnazione; introspezione
Temi: finitezza dell’uomo; imperfezione umana; contemplazione