Mattina, andiamo, il sonno si è svegliato,
e sogni sempre uguali rotolando
dalle coperte scivolano via
per vergogna della luce…
Mattina, andiamo, indosso la mia pelle
senza stirarla, sull’anima nuda
poi mi metto il sorriso di ieri
che per oggi va beneè poco usato
Mattina, andiamo, prendi gli occhi lucidi
sul comodino, metti sotto vetro
lo sguardo logorato dagli specchi,
il mondo è sempre quello, non guardarlo
Mattina, io sto andando, sulla porta
mi sono ricordato del mio nome,
sono tornato a prenderlo, mi chiamo:
gianni toti, o giovanni, e mi rispondo
Esco, tra poco già mi chiameranno
e forse ancora non risponderò
come quel giorno che dimenticai
il mio nome sul comdodino, insieme alle chiavi di casa.
Autore: Gianni Toti
Data: 26/03/1960
Numero serie: 1960_1170
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: dissimulazione; inquietudine; sogno; rassegnazione
Temi: identità; fragilità umana; malinconia