Era un uomo impreciso che si ungeva
d’anima il corpo, si cospargeva di indefinizioni,
si vestiva di ipotesi; anche il passato
ipotetico, più stabile l’avvenire….
E anche l’unzione era
soltano potenziale, sfocata l’immagine
nel telemetro interiore,
astigmatica quell’anima, probabile.
E quel timore degli aggettivi! delle qualifiche
anche se “inesprimibili”, “fluttuanti”,
“avventurosi”: neppure “intermedio”
fra due esagerazioni gradiva
Tuffi e tuffi nel mare
delle possibilità, o magari
solamente in un lago o in una vasca
domestica ed eventuale..
Ogni giorno cadeva dal suo cuore
nel delitto possibile, assassino di se stesso,
e risaliva dal suo sangue a quella
identità appena identificabile
Si intuiva, credeva di intuirsi
non credendo alle intuizioni
nè alla possibilità di credere
neppure a questa sfiducia.
Lavorava al “vivere giusto”
ed era in vacanza dalla vita,
si aspettava, nascosto alle sue spalle,
Le finestre guardavano nella sua stanza….
sul retro: – Tempo di letteratura
Autore: Gianni Toti
Data: 23/04/1960
Numero serie: 1960_1199
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: incertezza
Temi: anima