E mi infilai la vita, appena sveglia,
appena sveglio, mi levai la morte,
uscii a comprarmi un poco di sorrisi:
– mi incarti questo, per favore, appena accennato… –
poi discussi del tempo con il tempo,
disse – chissà! – pareva preoccupato
guardando in alto quei cieli imbronciati
– cieli bambini! chi si può fidare?
Oggi si scrive male, si cammina
male con questo tempo, sulla pagina
bagnata, con pillacchere di fango
qua e la sull’anima, già seccate
dal sole interno che mi porto dietro.
A tuffo nella prosa, con un giornale
spiegato in mano come una vela,
esco dal porto, so tutto del mondo
fino a qualche ora fa, già mi domando
cosa sarà successo in questa ora,
dall’ultima edizione allo strillone
che s’affaccia sull’angolo gridando
come ieri di forbici e trattati…
E a sera come sempre mi infilai
la notte, e piano mi levai la vita…
Autore: Gianni Toti
Data: 11/05/1960
Numero serie: 1960_1217
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; rassegnazione
Temi: vita; morte; poesia
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