Ho comprato la casa, non ne affiterò mai più,
questo è il mio posto, d’ora in avanti, questa la mia strada,
il mio indirizzo, state certi, è quello che sta sull’elenco
del telefono, sarà sempre quello,
Non me ne andrò, mai più da me, starò per sempre
sotto questo letto d’aria, camminerò lungo queste correnti
di traffico, come si dice, da qui al giornalaio,
I miei vicini non mi vedranno neanche più,
così come non si vedono più i mobili, a casa,
Sarò quasi come l’albero, più in la, su quella zolla verde
che resiste ai cementi e ai marciapiedi, soltanto
muoverò qualche fronda dentro un raggio più lungo
Oh, voi non sapete quanto mi annoia Via Trionfale!
Cambiate! le case e le strade, cambiate le stanze,
le finestre, le colline, le piazze, i negozi, le vetrine,
i nomi delle vie, anche, le testate dei giornali e delle botteghe
le bacheche, i distributori di benzina, i cinematografi
– ma si, lo schermo sul soffitto, sotto i piedi, dove volete –
e le automobili, metteteci la coda, davanti, e la criniera, dietro,
Cambiate tutto! vi dico, o morirete davanti agli specchi,
ma cambiate sopratutto coloro che passano
tutti i giorni per la stessa strada nello stesso marciapiede
e hanno comprayo un’area a mezz’altezza,
mezzo soffitto, mezzo pavimento, mezze pareti,
e non se ne andranno più da se stessi.
Cambiate il quadro, cambiate i personaggi, cambiate tutto!
e presto, ché al mondo si anchilosano le braccia
e le mani, rigide, col vasetto di fiori di pietra, che diventa polvere
Autore: Gianni Toti
Data: 16/06/1960
Numero serie: 1960_1253
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; angoscia; consapevolezza
Temi: vita; morte; identità; condizione umana