Le mani come ali, le dita come penne,
recitava parti di uccello, svolazzava
affacciandosi alle portem alle finestre di te,
ai tuoi sogni magari qualche volta…..
eppure le parole che pronunciava perduravano
come cieli sui tetti, e allora sembrava
di portare l’anima sulle spalle, pesante,
o il giorno, fino al suo letto oscuro
Le mani come coltelli, le dita come fili
d’acciaio, vendemmiava sogni
fra solchi di cuscini e di lenzuoli
e ne spremeva un vino di parole
per questo perduravano, ubriache
di fantasia, e fiere del disordine
gettato tra le pagine e gli orari,
dando nome alle cose senza nome
Batteva gli spazi, si, dava nomi
anche ai nomi e al filo di coltelli,
e seminava immagini e domande
con un polso azzurrino trasparente
(una mano leggera, da descriversi :
una crosta dorata di pane fresco)
Autore: Gianni Toti
Data: 22/08/1960
Numero serie: 1960_1318
Evento scatenante:
Temi: contemplazione; poesia; scrittura
Emozioni trasferite nella scrittura: riflessione
