Era un sole diverso: nessuno se ne accorgeva,
si inginocchiava umile come un monaco
chinando oscure aureole sul pianeta inconscio,
giungendo funebri mani d’oro in un buio sfavillante…
la luna cadde giù, potata da un albero invisibile,
le stelle – foglie, le comete – rami, il latte dei grandi tronchi
e un giardiniere spietato, qualcosa come un giardiniere,
un uomo con forbici e falci, qualcosa come un uomo
rapido ci fu sulla nuca, e la lama era fredda
come acqua invernale, un refrigerio per il sangue;
con larghe braccia buie, di un tenero freddo buio,
recise femme infide, piaghe strane del suo giardino…
Era un sole diverso: nessuno se ne accorgeva,
e adesso stiamo oscillando nel tempo, gemme recise,
qualcosa come gemme o piaghe o infezione o che,
cadiamo, continuiamo a cadere, eternamente da un ramo lontano
Autore: Gianni Toti
Data: 26/08/1960
Numero serie: 1960_1322
Evento scatenante:
Temi: vita; morte; condizione umana
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; malinconia
