Gianni Toti nasce a Roma il 24 giugno 1924. Frequenta il Liceo Classico Ennio Quirino Visconti insieme a Carlo Lizzani, Franco Della Peruta, Franco Coppia, Vittoria Ottolenghi. Partecipa alla Resistenza romana tra i gappisti. Terminata la Seconda guerra mondiale, Toti è a Milano, ingaggiato come redattore de «L’Unità». Nel 1948 partecipa a un incontro mondiale della gioventù comunista in Ungheria, dove conosce la giovane ungherese Marinka Dallos che due anni dopo diventerà sua moglie. Dopo aver vissuto alcuni anni a Milano e un periodo in Sicilia, come direttore del giornale «La Voce della Sicilia», Gianni Toti rientra a Roma. Continua a scrivere per «Paese Sera». Nel 1961 pubblica un libro di sociologia, “Il tempo libero” per gli Editori Riuniti, in seguito tradotto in molte lingue. Dal 1952 al 1958 dirige e rinnova il rotocalco della Cgil «Lavoro». Si affaccia contemporaneamente al mondo poetico. Con la prima raccolta di poesie pubblicata nel 1965 dal titolo “L’uomo scritto”, comincia a collaborare con varie riviste letterarie e culturali. Frequenta l’ambiente del Gruppo 63 e del Gruppo70, ma fa dell’antigruppo la sua cifra poetica. La vocazione internazionale dei suoi versi è nutrita dai viaggi che svolge in qualità di inviato speciale per «Vie Nuove», in Vietnam, Indocina, a Cuba, nell’Africa del Nord (Tunisia, Algeria) e nell’Est europeo.
Scrive, fotografa, raccoglie letteratura da tradurre in italiano (è il primo traduttore italiano della poesia di Julio Cortàzar), realizza cinegiornali di documentazione con Cesare Zavattini e Jean-Luc Godard. Autore anche di racconti e di testi teatrali, Toti è attivo come operatore culturale, direttore di collane editoriali e animatore di riviste di cultura e arti come «Carte Segrete», che fonda nel 1967 insieme a Domenico Javarone. Il suo percorso di ricerca e sperimentazione lo porta a servirsi delle tecnologie. Da critico cinematografico, Toti si dedica alla regia cinematografica realizzando nel 1973 il lungometraggio “E di Shaul e dei sicari sulle vie di Damasco”. Da sceneggiatore, si cala nelle parti di attore. Infine da poeta, si rinomina poetronico, ossia poeta che si esprime attraverso i linguaggi elettronici, prima analogici e poi digitali. Negli anni Ottanta Toti realizza le prime videopoesie all’interno della Rai, inaugurando un percorso che lo vedrà creare, più all’estero che in Italia, 13 opere video, meglio definite come VideoPoemOpere. Sempre attivo parallelamente nella scrittura, Toti crea la collana dei Taschinabili per le Edizioni Fahnreheit 451, pubblica alcune raccolte di racconti e nel 2004 l’ultima raccolta di poesie, “I penultimi madrigali”, dedicati alla moglie Pia Abelli. Muore a Roma l’8 gennaio 2007.